Autore: Ciro Garrone

Setifer setosus
 

Ordine: Insettivori Setifer setosus (Tenrec)
Famiglia: Tenrecidae
Sottofamiglia: Tenrecinae
 

Generalità
Il Setifer setosus, denominato anche Tenrec riccio maggiore, è un insettivoro eslusivo dell’isola del Madagascar, appartiene alla famiglia dei Tenrecidae che conta 34 specie, 31 delle quali esclusive del Madagascar. Sono animali ad abitudini notturne, con una vista assai scarsa, basano il loro orientamento sull’olfatto e sul tatto, si cibano di insetti e di piccoli animali che trovano nelle fessure e nel substrato, scavando buche nel terreno. Le femmine possono essere molto prolifiche, partorendo sino a 32 piccoli.
Il manto è disseminato di aculei che possono essere usati attivamente come difesa unitamente ai canini che nei maschi possono raggiungere i 15 mm.
Il gruppo dei Ternrecidae comprende i più grandi insettivori del mondo. 
Generalità sul cranio
Il campione a nostra disposizione è un cranio di adulto con suture interossee poco evidenti  quasi completamente ossificate. Nel suo insieme, il cranio ha forma conica molto allungata; la porzione aborale, che costituisce la base del cono, si presenta particolarmente allargata, rispetto al resto del teschio, soprattutto a livello della regione temporale. Setifer setosus
Il profilo dorsale del cranio ha andamento rettilineo; spezzato, a metà circa, dalla terminazione orale della cresta sagittale mediana che si eleva come una prominenza piramidale a livello della regione orbitale.
In visione laterale, il cranio, privato della mandibola, presenta una forma triangolare.
Nell’insieme si ha un aspetto di notevole robustezza, soprattutto a livello della metà aborale e dei tre quarti posteriori della mandibola. Il cranio ha le caratteristiche tipiche di animale scavatore che utilizza la testa e soprattutto il muso per rivoltare la parte superficiale del terreno alla ricerca del cibo. 
Il cranio
Neurocranio
Il neurocranio, forma la base del cono e si può suddividere nominalmente in due porzioni: una aborale che tende ad allargarsi raggiungendo il culmine a livello dei temporali a cui fa seguito una orale molto più stretta; il confine tra le due è segnato da una brusca diminuzione della larghezza.
A livello del neurocranio, predomina l’occipitale, la cui porzione aborale è molto ampia e consente l’inserzione di potentissimi muscoli nucali. Questa superficie, viene ulteriormente ingrandita dalla presenza di enormi creste nucali e dalla protuberanza occipitale esterna. Setifer setosus (visione dorsale)
Il foro occipitale è molto ampio e i condili occipitali sono robusti ed espansi lateralmente. Le creste nucali terminano, oro-ventralmente, a livello della regione temporale. La cresta sagittale mediana, che inizia dalla protuberanza occipitale esterna, si presenta molto sviluppata nel primo terzo aborale, decrescendo oralmente per terminare, al confine tra la regione parietale e quella frontale, in una protuberanza.
La superficie del neurocranio, compresa tra le creste, si presenta liscia e con suture poco evidenti. Dalla regione temporale non si diparte alcun processo zigomatico, per cui l’arcata zigomatica è incompleta. Ventralmente, al confine tra la regione temporale e quella parietale, si nota il foro per il passaggio del nervo ottico; si presenta ampio ma fortemente compresso latero medialmente. La regione parietale è molto ampia e forma buona parte della porzione neurocranica del teschio.
Le cavità orbitarie non sono complete, e sono formate solo dall’osso zigomatico, in quanto si ha totale assenza del processo zigomatico del temporale e del processo zigomatico del frontale; l’osso zigomatico è robusto e volge in direzione latero aborale. In questi animali, il senso della vista è pochissimo sviluppato, essi si orientano con l’olfatto e le vibrisse, per cui è chiaro il motivo della riduzione delle cavità orbitarie.
Il foro sottorbitario è piuttosto ampio e compresso in senso latero mediale.

Splancnocranio
Il mascellare, allungato e robusto , presenta, dietro il canino, la fossa canina. Molto ben conformato è anche l’osso incisivo che contribuisce ad allungare notevolmente la porzione splancnocranica del teschio e fornisce un supporto alle ossa nasali che sono molto sviluppate. Questo aspetto è in relazione all’ampliamento delle cavità nasali legato al notevole sviluppo dell’olfatto in questi animali. Le ossa nasali, aboralmente, , si incuneano nelle frontali.
In posizione rostrale, si ha un insieme di cartilagini di prolungamento che allungano ulteriormente il muso dell’animale, fomando una specie di grugno. A livello del confine tra osso incisivo e mascellare, si nota una profonda loggia che ha lo scopo di accogliere il canino inferiore, per cui non si ha un semplice diastema tra il cantone e il canino superiore, ma si forma proprio una sorta di “nicchia” ossea.
Alla base del cranio, notiamo il notevole allungamento del palato osseo, che è percorso nella mezzeria da una cresta,  e una grande robustezza d’insieme, soprattutto a livello delle coane nasali e dei processi pterigoidei dello sfenoide, molto allungati e spessi. Medesima situazione per le cavità articolari per l’articolazione temporo mandibolare, che si presentano ampissime; le bulle timpaniche, sono invece abbastanza ridotte.

Mandibola
I due terzi aborali della mandibola sono estremamente robusti; molto più esile, invece l’ultimo terzo rostrale. Il margine ventrale della mandibola è fortemente arquato a concavità dorsale, la curvatura inizia a livello del primo o secondo molare. In particolare, il corpo della mandibola, a livello dei molari si presenta molto spesso in senso latero mediale; proseguendo aboralmente fino alla branca della mandibola si assottiglia, mentre procedendo in senso rostrale, lo spessore mantiene la sua dimensione, mentre diminnuisce notevolmente l’altezza. La superficie laterale della branca mandibolare si presenta liscia e leggermente convessa lateralmente; assente la fossa masseterina, è invece presente una fossa, che corrisponde a questa ma sul lato mediale del processo coronoideo. Quest’ultimo ha forma di triangolo rettangolo e il suo spessore è ridotto. I condili mandibolari per le articolazioni temporo mandibolari, in realtà non sono più condili ma segmenti di sfera e sono assai voluminosi. Il processo angolare è ben conformato e rivolto medialmente ad uncino.
Nel complesso, la struttura della mandibola si può ricondurre a quella tipica di animali che compiono notevoli sforzi con la porzione molare, infatti si riscontra che il massimo della robustezza è proprio in corrispondenza di questi denti; anche i “condili” mandibolari, con la loro notevole dimensione, testimoniano chiaramente che questo animale sottopone la mandibola a sforzi notevoli; la cosa anomala è l’assenza della fossa masseterina per l’inserzione del massetere anche se chiaramente in questi animali la predominanza dei muscoli masticatori spetta ai temporali.

Dentatura
La formula dentaria di questo animale si può riassumere con la seguente formula.
 
 

I 2/3 C 1/1 PM 2/2 M 4/4
 

Gli incisivi sono piuttosto ridotti, dei superiori, i primi sono a scalpello, mentre i cantoni sono caniniformi; degli inferiori, i cantoni sono molto ridotti rispetto agli altri due, tutti sono a froma di scalpello e rivolti rostralmente. Sia superiormente che inferiormente, tra i cantoni e il canino, si ha un ampio diastema, solo quello relativo alla mascella ha uno scopo funzionale e, come accennato sopra, assume una forma di loggia scavata nell’osso incisivo.
I canini sono molto sviluppati, hanno forma di coltello, con il diametro aboro rostrale maggiore di quello latero mediale. I premolari sono caniniformi, e tra il primo e il canino si ha, sia sopra che sotto un ampio diastema. Sia nell’arcata superiore che in quella inferiore, il premolare più sviluppato è il secondo.
I molari presentano tre cuspidi taglienti, superiormente, le corone dei molari dell’arcata inferiore sono molto più elevate rispetto a quelle dei superiori.


Osservazioni

Come è stato messo in evidenza dalla descrizione precedente; si nota, in questo animale, uno spiccato adattamento del cranio allo scavo mediante la testa e in particolare della parte più rostrale del cranio. Questo sistema di ricerca del cibo è particolarmente eficace in presenza di terreni soffici e ricoperti da foglie o altri residui vegetali; al di sotto dei quali si celano un gran numero di invertebrati e piccoli vertebrati.
E' interessante notare come anche altri animali abbiano la medesima abitudine di ricerca del cibo; un esempio può essere rappresentato dai Suidi, a questo proposito, si nota una buona convergenza adattativa nella forma e strutturazione del cranio, anche se i due gruppi di animali, fillogeneticamente, sono molto distanti gli uni dagli altri.
In particolare, come si può verificare dall'immagine, la forma generale è assai simile, soprattutto dalla presenza delle notevoli creste nucali e dall'allungamento del cranio.
 

Setifer setosus (Tenrec riccio maggiore)
Suide