La gabbia toracica
È costituita
da 11 paia di coste, delle quali, le prime 6 sono sternali, le tre seguenti
sono spurie e l'ultimo paio sono fluttuanti. La prima si presenta notevolmente
allargata, soprattutto nell'estremità ventrale, le seguenti lo sono
molto meno.
Lo sterno è
formato da 6 sternebre, delle quali, il manubrio spicca sulle altre per
la notevole dimensione e per la presenza, cranialmente, di due processi
che portano la superficie articolare per l'articolazione con la clavicola.
L'arto toracico
La scapola, si presenta
trapezoidale, la superficie è notevolmente sviluppata per l'inserzione
dei potenti muscoli della regione della spalla. Il margine ventrale
presenta, nella sua porzione più caudale, un espansione che si prolunga
ventralmente; la spina scapolare divide la superficie dorsale della scapola
in due metà più o meno uguali, cranialmente la spina scapolare
termina in un acromion molto sviluppato che si articola alla clavicola;
esso procede cranialmente e si incurva ventralmente abbracciando l'epifisi
prossimale dell'omero per incontrare l'epifisi prossimale della clavicola
con la quale si articola. Il processo coracoideo è ben sviluppato.
La clavicola ha una
struttura alquanto esile se raffrontata alle altre ossa dell'arto.
L'omero si presenta
corto e massiccio, la tuberosità deltoidea è notevolmente
sviluppata e assume la morfologia di un processo. Le creste epicondiloidee
sono notevolmente espanse e rendono l'epifisi distale molto allargata.
Degli epicondili, quello
mediale è molto più sviluppato del laterale. Il radio si
presenta piuttosto esile se confrontato con l'ulna che invece è
molto robusta; l'olecrano è sviluppatissimo. Nel complesso,
il radio e l'ulna, non superano affatto l'omero in lunghezza.
Caratteristica degli
animali scavatori è possedere le ossa, degli arti implicati nello
scavo, molto robuste ma non allungate, anzi piuttosto corte.
Le ossa delle estremità,
sono infatti molto corte e tozze, tranne quelle relative al secondo dito;
le ultime falangi assumono una forma ad artiglio.
L'arto pelvico
Il cinto pelvico si
presenta estremamente sviluppato, e rappresenta forse la maggior sproporzione
presente in questo scheletro. Esso, infatti rappresenta un po' meno di
un terzo della lunghezza dello scheletro privato delle vertebre coccigee.
Le ali iliache non sono molto sviluppate, la loro struttura è molto
robusta, le tuberosità iliache sono invece molto ben conformate.
L'ileo, tra l'ala e l'estremità che contribuisce alla formazione
dell’acetabolo, si assottiglia notevolmente. Il pube si presenta esile,
più robusto invece è l'ischio, soprattutto a livello delle
tuberosità ischiatiche.
I fori otturati sono
molto ampi.
Il femore è
simile all'omero, corto e robusto, lateralmente spicca la tuberosità
sottotrocanterica che, come si era visto nell'omero per quella deltoidea,
assume la forma di un processo; essa si prolunga distalmente con una cresta
che raggiunge l'epifisi distale. L'epifisi prossimale presenta notevoli
espansioni per le inserzioni muscolari; il grande trocantere è ben
conformato e volge dorsalmente. La rotula è notevolmente sviluppata.
La tibia presenta una
notevole cresta tibiale craniale che delimita la fossa laterale per l'alloggio
del muscolo tibiale craniale, l'epifisi distale è ben allargata;
la diafisi tende ad incurvarsi medialmente formando una concavità
laterale che, con il contributo della concavità mediale dovuta all'incurvamento
della diafisi della fibula, forma un notevole spazio tra quest'osso e la
fibula.
La fibula presenta
una diafisi esile, mentre le epifisi sono espanse.
Le ossa dell'estremità
sono molto simili a quelle dell'arto toracico come struttura; il calcaneo
appoggia completamente sul piano per cui questo animale è un plantigrado.
I metatarsi sono molto più allungati rispetto ai corrispondenti
dell'arto anteriore. Le falangi sono meno robuste e le triangolari in particolare
sono più corte.
Generalità
L'aspetto generale
è robusto, le ossa che compongono il cranio sono compatte e ben
conformate; il cranio ha forma conica, con la parte rostrale che termina
a punta; il neurocranio si presenta più sviluppato del blocco facciale
e spiccano, in modo particolare le ossa frontali.
Particolarmente robusta
si presenta la porzione più aborale del neurocranio, la superficie
ossea è attraversata da numerosi rilievi per le inserzioni muscolari.
Il profilo dorsale
del cranio, forma una curva a convessità dorsale, a livello della
porzione più aborale, e prosegue poi, obliquamente in avanti e ventralmente,
in modo più o meno rettilineo. L'aspetto è conforme alla
struttura generale dello scheletro, compatta e robusta in ogni sua parte;
soprattutto la regione frontale, si direbbe adatta a sopportare insulti
meccanici, probabilmente in relazione alle abitudini scavatorie.
Il Neurocranio
Iniziando dalla regione
più aborale del neurocranio, si nota un ampia superficie della squama
dell'occipitale, convessa aboralmente, dorsalmente essa confina con le
creste nucali che si presentano assai sviluppate, più in spessore
che in elevazione. Esse, a livello della protuberanza occipitale esterna,
volgono oralmente formando una sorta di incisura causata dalla mancanza
della suddetta protuberanza. La cresta sagittale mediana è assente.
Il foro occipitale
è molto ampio e di forma romboidale a spigoli arrotondati, i condili
occipitali sono molto distanziati tra loro e piuttosto piccoli rispetto
al foro.
Le ossa parietali formano
parte della volta cranica, ma contrariamente a molti altri mammiferi, tendono
a rimanere pianeggianti, non occupando le parti laterali della regione
corrispondente. Al confine tra queste regioni e quelle temporali, si notano
un insieme di corrugazioni della superficie ossea e un insieme di fori
che seguono la sutura parieto temporale.
La regione temporale
è particolarmente robusta e ricca di rilievi ossei per le inserzioni
legamentose dei muscoli; da qui si dipartono i processi zigomatici, piuttosto
esili se paragonati alla struttura generale.
Come già accennato
nella parte generale, le ossa frontali formano gran parte del neurocranio
e si prolungano notevolmente anche nello splancnocranio; la loro robustezza
è più accentuata a livello orbitale dove non è presene
un processo zigomatico, per cui le orbite non sono chiuse e delimitate,
ma completamente aperte, tranne ventralmente che confinano con l'arcata
zigomatica.
A livello della superficie
frontale, si nota un certo numero di piccoli fori, analoghi a quelli che
delimitano a sutura parieto temporale.
La vista è piuttosto
scarsa in questi animali, per cui la cavità orbitaria è ridotta
e si posiziona ventralmente quasi a livello dei molari.
Lo splancnocranio
Rispetto al neuro cranio,
lo splancnocranio è molto meno sviluppato, il mascellare si presenta
più leggero, il tavolato osseo è più sottile e meno
robusto rispetto alle ossa del neurocranio. La porzione maggiore di esso,
si sviluppa al di sotto e medialmente alla cresta facciale.
L'intermascellare,
lo prolunga notevolmente rostralmente, e contrariamente a quanto si possa
osservare in altri mammiferi, non si incunea aboralmente fra il mascellare
e il nasale; forma un terzo della parete rostrale delle cavità nasali.
Le ossa nasali, completano
dorsalmente la volta delle cavità nasali, terminano oralmente allo
steso livello degli intermascellari; in questo modo, le cavità nasali
assumono una forma tronco conica, con l'apice tagliato obliquo in senso
dorso, aboro, ventrale. In pratica, le aperture nasali volgono oro ventralmente.
Anche questa porzione
di cranio e cosparsa sulla suo superficie da minuscoli fori.
Alla base del cranio,
si osserva un palato osseo notevolmente allungato, aboralmente si hanno
due processi pterigoidei piuttosto esili.
La mandibola
Si nota una notevole
sproporzione tra la dimensione della branca mandibolare e il corpo della
mandibola; quest'ultima è più sottile e meno ampia, ma più
spessa e robusta.
La branca mandibolare
assume un aspetto tipicamente erbivoro, con un condilo mandibolare posto
estremamente in alto, il processo coroideo ha la forma di pinna di squalo
ma si presenta poco sviluppato e sottile, come è riscontrabile in
tutti gli erbivori.
Molto ampia è
invece la porzione della branca che da inserzione ai muscoli masseteri.
La fossa masseterina è appena accennata. Il corpo mandibolare è
spesso ma basso, termina rostralmente a punta.
La dentatura
É composta da
denti della stessa forma e la loro dimensione cresce gradualmente procedendo
in senso oro aborale. Ben difficile risulta la divisione dei vari denti
in una formula, che potrebbe essere interpretata nel seguente modo:
|
La forma è per
tutti i denti cilindrica con corona variamente usurata e quindi di forma
varia.